
by Babbo Natale degli Elfi
Da una creazione dei mitici Sciacallo e Lupo, vi presentiamo La taverna di Boe. Praticamente una birreria. Parole svanverate. Parole libere, senza senso, a vanvera. Qui la gente beve, e dice le cose senza collegare piu' di tanto il cervello. Volete anche voi scrivere qualche cazzata qui? scrivete una mail a latavernadiboe@yahoo.it per essere attivati... tanto probabilmente non verra' mai letta....
Pei putti
Brutti;
E per le citte
Che non stan zitte.
Intorno al fuoco,
Dirò la favola
Del cuoco
Trol.
Trol
Mariuol
E’ un fier colosso
Negro, alto, grosso,
Ha una figura
Che fa paura;
Tocca il soffitto
Quando sta ritto,
Sulla ventraia
Tien la mannaia…
Bimbi copritevi
Sotto il lenzuol,
Che viene Trol.
Trol
Mariuol,
Ha doppie cuoia,
E’ cuoco e boia;
Strozza i puttelli,
Cuoce i tortelli,
Dà vita e morte;
Ma le sue torte,
Pei santi Dei!
Non mangerei.
Bimbi copritevi
Sotto il lenzuol,
Che viene Trol.
Fanciulli, omicciattoli, vecchiardi ed impubi,
Se sotto le coltrici v’affogan gl’incubi,
Se a notte col moccolo guizzante allo scuro,
Vedete dipingersi di scheletri il muro,
Temete di leggere la pagina orrenda
Di questa leggenda...
Quando un uomo moriva, per certificarne la morte veniva chiamato il medico condotto, il quale, per verificare l'effettivo decesso, usava infliggere dolore al deceduto.
Il modo più comune utilizzato in quel tempo era un potente morso inflitto alle dita dei piedi (quasi sempre l'alluce).
Nel dialetto del popolino, il medico assunse così il nome di "becca morto"
Questa pratica diede origine ad un vero e proprio mestiere.
La tradizione prevedeva che tale mestiere fosse tramandato dal padre al primo figlio maschio.
Verso la fine del medioevo accadde però qualcosa che cambiò il futuro dei beccamorti.
Uno dei beccamorti più famosi non riuscì a concepire un figlio maschio,la moglie partorì 4 figlie femmine.
Il beccamorto, per evitare l'estinzione del mestiere, domandò alla chiesa la dispensa per poter tramandare la professione alla propria figlia femmina la quale, dopo aver ricevuto la benedizione, iniziò il suo lavoro di beccamorto.
Il caso volle che il suo primo morto fosse un uomo al quale un carro aveva tranciato entrambe le gambe; la ragazza era indecisa su dove infliggere il morso, e alla fine,prese una decisione....
Nacquero cosi "le pompe funebri"
Ti cherzo donare su sambene
(Eros) E’ la vita mia
Ti cherzo leare, oh…
E t’amo, e t’amo
Ses sa vida mea
(Eros) Ogni cosa tua
E t’amo, e t’amo, oh…
...Here she comes
Beauty plays the crown
Here she comes
Surreal in her crown
Dici che il fiume
trova la via al mare
E come il fiume
giungerai a me
Oltre i confini
e le terre assetate
Dici che come fiume
come fiume
L'amore giungerà
L'amore
E non so più pregare
E nell'amore non so più sperare
E quell'amore non so più aspettare ...
(da MISS SARAJEVO - 1995)
Dentro al frigorifero:by Wisler
Un pomodoro ad un altro pomodoro - Ehi, ciao! Come va?
E l'altro pomodoro - Ahhhhhhhhhhhhhh! Un pomodoro che parlaaaaaaaaaa!!!!!!!!!!
al Donnie Darko dei poveri,
all' Oroboro delle Birrerie,
al Guastatore di ogni festa tranquilla che si rispetti,
all' Anakin Skywalker del 2000,
a colui che gà avudo più Philips Genie de tutta Vivaro messa insieme,
al Pi-E Baracus a tempo perso,
al Gladiatore degli Aperitivi,
a colui che incorpora sia l'agilità di Yuri Chechi sia il balzo di un gatto,
all' Uomo Ragno della notte,
a colui che gà desfà el Neos...dosso el Leonardo de Enrico...per provare el contachilometri(...del Neos Novo!)....el tuto per vardare el fondoschiena, di colei che poi scoprì esser ...so morosa!
al Guardiano che veglia sui nostri tetti mentre noi comuni mortali dormiamo sonni tranquilli...
"...Gli uomini per divertirsi alla sera andavano all'osteria a giocare alle carte; non erano venute ancora nè televisione nè luce al neon nè bibite. C'erano decine di osterie in paese, tutte fornite di vino clinto dal sapore volpino e di negro vino nostrano. Se queste osterie, sociologicamente parlando, erano una piaga, erano però luoghi più attraenti dei caffè con la televisione di oggi (che secondo me sono anch'essi, sociologicamente parlando, una piaga): avevano pesanti tavole bislunghe, grosse sedie impagliate, il banco di legno, il focolare aperto. Nella medesima stanza, o in una adiacente anch'essa aperta agli avventori, c'era la cucina della famiglia dell'oste: andando in osteria si aveva la sensazione di andare anche in visita."
(da Libera Nos A Malo)
" Libera nos amaluamen. Non sono molti anni che il mio amico Nino s'è reso conto che non si scrive così. Gli pareva una preghiera fondamentale e incredibilmente appropriata: è raro che una preghiera centri così un problema.
Liberaci dal luàme, dalle perigliose cadute nei luamàri, così frequenti per i tuoi figliuoli, e così spiacevoli: liberaci da ciò che il luàme significa, i negri spruzzi della morte, la bocca del leone, il profondo lago!
Liberaci dalla morte ingrata: del gatto nel sacco che l'uomo sbatte a due mani sul muro; del cane in Piazzola a cui la sfera d'acciaio arroventata fuoriesce fumando dal sottopancia; del maiale svenato che urla in cima al cortile; del coniglio muto, del topo di chiavica che stride tra il muro e il portone nel feroce trambusto dei rastrellatori.
Libera Signore i tuoi figli da questo luàme, dalla sudicia porta dell'Inferno!..."
Libela Nos A Malo, di Luigi Meneghello (Malo, 1922 – Thiene, 26 giugno 2007)
Nel 1878, si fece costruire una villetta a Cavazzale, sulle rive del fiume Astichello, e lì trascorse i suoi ultimi anni, recandosi ogni tanto in città a trovare gli amici.